UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "A BRIGLIE SCIOLTE" DEL NOSTRO CO FONDATORE ANDREA ZILLI CON TRE SUE OPERE DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
LA LUNA NEL CIELO
Per tanto tempo
quegli occhi sono stati un miraggio lontano.
L'amore profondo
ha risvegliato l'invidia
e l'odio ha trovato nuova linfa vitale.
Quando spunta la luna nel cielo
mi ritrovo nel corpo di un lupo.
Lungo la strada
vicino ho la compagna di una vita.
Una maledizione
ci separa nel poter condividere l'amore.
Una maledizione
che accompagna il passo di ognuno di noi.
Ai primi raggi di sole
ritrovo la mia natura,
ma l'amore indossa le ali di un falco.
Una maledizione
che ha donato un muro che sembra insuperabile.
Ogni giorno
ritrovarti come una statua
e non poter incrociare lo sguardo
svuotava la mia anima.
Ogni momento era una condanna alla distanza,
una condanna capitale per il cuore.
Per tanto tempo
il destino ha riso guardando le nostre lacrime.
L'amore per troppo tempo costretto in ginocchio
per la follia di un vescovo.
Cadranno le corazze,
cadrà il male.
Spegnerò tutto quest'odio
prima che l'incantesimo riprenda il suo corso.
Ho ritrovato l'amore,
ho ritrovato la vita.
Ora è come un lungo sogno
che mi ha mostrato il suo lato più selvaggio.
La poesia prende ispirazione dal film "LADYHAWKE", film del 1985 diretto da Richard Donner.
OLTRE IL CAMPO
La valle silenziosa
accoglie nel proprio ventre il riposo del villaggio.
Nei tepee non c'è più nessuno
solo le ultime fiamme
e la colonna di fumo si alza verso il cielo.
Non ci sono più i bambini che corrono
immaginandosi guerrieri.
Un silenzio impenetrabile
accompagna ogni attimo che passa.
Nessuno guarderà più il cielo
in attesa che torni ad accendersi il sole.
Oltre il campo
passa la ferrovia
che affonda le unghie nella quiete che c'era un tempo.
Nessun bambino lancerà una freccia al cielo
per farlo tornare a respirare.
Nessun bambino lancerà una freccia verso il vento
per farlo sanguinare
perchè di quei bambini non resta che il ricordo.
La valle per tanto tempo
ha risentito il suono della tromba che comandava la carica.
La terra ora non trema più
e del villaggio resta poco più che un fuoco acceso.
La poesia presenta un verso che fa riferimento ad un verso di una canzone bellissima di Fabrizio De André.
Lascio al lettore la ricerca di questo intreccio tra me ed il grande De André.
SANGUINARE
Siamo in un circo
dove al comando c'è la follia.
Non c'è spazio per tutti
e al timone ci sono i mostri.
La realtà è un ring
dove l'uomo indossa maschere sempre diverse
e l'animale è solo un trofeo da vedere sanguinare.
Dove si trova il cuore?
l'uomo indossa una benda davanti agli occhi
che cade solamente quando si è soli con i propri pensieri
e con la follia.
Noi siamo quelli che distorcono le parole di Dio,
solo per lavarsi la coscienza da ogni crimine.
Noi siamo quelli che trovano la soluzione al problema
bagnando con il sangue la terra su cui si cammina.
Siamo un circo
dove al comando c'è la follia.
Quando avremo eliminato ogni animale
con chi ce la prenderemo?
Quando saremo soli con la nostra follia
a chi faremo pagare le colpe
delle nostre soluzioni annegate nel sangue.
La poesia affronta il tema del rapporto uomo animale.
Un rapporto molte volte contrastante, anche per la visione dell' uomo.
Una visione che vede l'uomo dominatore di tutto il resto.
L'idea mi è venuta dopo la vicenda dell'orso Jj4, ma può essere letta immaginando qualsiasi animale selvatico.
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