UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "A BRIGLIE SCIOLTE" DEL NOSTRO CO
FONDATORE ANDREA ZILLI CON TRE SUE OPERE DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
LA NUDA PIETRA
Attraversando le vie della città
le dita accarezzano la nuda pietra.
Quale storia è chiusa tra le dita?
quali sorrisi ha visto germogliare?
Ci sarà sicuramente un mondo
tutto da scoprire.
Nel suo viaggio avrà visto tutte le
sfumature
di un' umanità in continuo
cambiamento.
Avrà raccolto le lacrime
e la paura di una quiete spezzata.
I bambini in un attimo
ne trasformano il viaggio
lasciando correre la fantasia.
Si passa dai grandi scrittori
alle povere anime in fuga dalla
follia del potere.
I versi di questa poesia mi sono
venuti fuori dopo aver visitato il Ghetto ebraico e la Sinagoga a Pitigliano.
Pitigliano è un comune italiano di 3
581 abitanti della provincia di Grosseto in Toscana.
Il caratteristico centro storico è
noto come la piccola Gerusalemme per la storica presenza di una comunità
ebraica da sempre ben integrata nel contesto sociale che qui ha la propria
sinagoga.
SOPRAVVIVERE
Siamo naufraghi
in fuga verso la luce.
Siamo soli
con il vento che soffia tra le dita.
Siamo alla ricerca di speranza
che tutto questo sia solo un brutto
sogno.
Vedo luce all'orizzonte
e trovo colori che credevo un
ricordo lontano.
La tempesta non ha ancora gettato la
spugna
come un segugio segue i nostri
passi.
Siamo soli
persi in qualche angolo dell'oceano.
Siamo soli ed affamati
con i nervi a pezzi.
Troviamo sollievo nel mordere il più
debole
non è un gioco
è sopravvivere.
Il cielo minaccia ancora tempesta
mentre la zattera avanza tra le
onde.
Siamo soli,
siamo affamati.
La carne del più debole
per restare a galla.
Il grido del più debole
accompagna il banchetto.
La poesia prende ispirazione dal
dipinto "LA ZATTERA DELLA MEDUSA" di Théodore Géricault.
Il dipinto è un olio su tela
realizzato nel 1818-19 ed è conservato nel Museo del Louvre di Parigi.
<< La zattera condusse i
sopravvissuti alle frontiere dell'esperienza umana.
Impazziti,assetati e affamati,
scannarono gli ammutinati, mangiarono i loro compagni e uccisero i più
deboli.>>
STO TORNANDO A CASA
Arriverà una mattina
in cui tornerò.
Il cielo aprirà le sue porte
e le distanze verranno cancellate.
Sarà forse solo in un sogno,
sarà solo un attimo in cui il sole
si poserà sugli occhi.
Saremo lì vicini
stretti in un abbraccio eterno.
Sto tornando a casa
anche solo per pochi attimi.
Guarderai negli occhi quel
bigliettaio
nella speranza che tra le sue dita
ci sia ancora la chiave per
ritrovare me.
Sarò nel brivido della mattina ,
sarò nel respiro delle onde del
mare.
Dalle montagne più alte
ai deserti
sto tornando a casa,
sto tornando da te.
Il veliero ormai è in cammino
sarà solo per pochi attimi,
ma sembrerà un'eternità.
Nel vento che ti porterà
a guardare il mare dalla scogliera
troverai il mio abbraccio.
Sarà tra le pareti di un sogno,
ma sembrerà eterno.
Dalle onde dell'Oceano
alle vie della città
sto tornando a casa,
sto tornando da te.
In questa poesia ho provato ad
immaginare cosa direbbe una persona cara venuta a mancare ad un parente, ad un amica
oppure alla propria amata/al proprio amato.
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