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lunedì 2 dicembre 2024

UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "A BRIGLIE SCIOLTE" DEL NOSTRO CO FONDATORE ANDREA ZILLI CON TRE SUE OPERE DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.

 



UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "A BRIGLIE SCIOLTE" DEL  NOSTRO CO 

FONDATORE ANDREA ZILLI CON  TRE SUE OPERE DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.




LA NUDA PIETRA

 

 Attraversando le vie della città

 

le dita accarezzano la nuda pietra.

 

Quale storia è chiusa tra le dita?

 

quali sorrisi ha visto germogliare?

 

Ci sarà sicuramente un mondo

 

tutto da scoprire.

 

Nel suo viaggio avrà visto tutte le sfumature

 

di un' umanità in continuo cambiamento.

 

Avrà raccolto le lacrime

 

e la paura di una quiete spezzata.

 

I bambini in un attimo

 

ne trasformano il viaggio

 

lasciando correre la fantasia.

 

Si passa dai grandi scrittori

 

alle povere anime in fuga dalla follia del potere.

 

 

 

I versi di questa poesia mi sono venuti fuori dopo aver visitato il Ghetto ebraico e la Sinagoga a Pitigliano.

Pitigliano è un comune italiano di 3 581 abitanti della provincia di Grosseto in Toscana.

Il caratteristico centro storico è noto come la piccola Gerusalemme per la storica presenza di una comunità ebraica da sempre ben integrata nel contesto sociale che qui ha la propria sinagoga.




SOPRAVVIVERE

 

Siamo naufraghi

 

in fuga verso la luce.

 

Siamo soli

 

con il vento che soffia tra le dita.

 

Siamo alla ricerca di speranza

 

che tutto questo sia solo un brutto sogno.

 

Vedo luce all'orizzonte

 

e trovo colori che credevo un ricordo lontano.

 

La tempesta non ha ancora gettato la spugna

 

come un segugio segue i nostri passi.

 

Siamo soli

 

persi in qualche angolo dell'oceano.

 

Siamo soli ed affamati

 

con i nervi a pezzi.

 

Troviamo sollievo nel mordere il più debole

 

non è un gioco

 

è sopravvivere.

 

Il cielo minaccia ancora tempesta

 

mentre la zattera avanza tra le onde.

 

Siamo soli,

 

siamo affamati.

 

La carne del più debole

 

per restare a galla.

 

Il grido del più debole

 

accompagna il banchetto.

 

 

 

La poesia prende ispirazione dal dipinto "LA ZATTERA DELLA MEDUSA" di Théodore Géricault.

Il dipinto è un olio su tela realizzato nel 1818-19 ed è conservato nel Museo del Louvre di Parigi.

<< La zattera condusse i sopravvissuti alle frontiere dell'esperienza umana.

Impazziti,assetati e affamati, scannarono gli ammutinati, mangiarono i loro compagni e uccisero i più deboli.>>



STO TORNANDO A CASA

 

Arriverà una mattina

 

in cui tornerò.

 

Il cielo aprirà le sue porte

 

e le distanze verranno cancellate.

 

Sarà forse solo in un sogno,

 

sarà solo un attimo in cui il sole si poserà sugli occhi.

 

Saremo lì vicini

 

stretti in un abbraccio eterno.

 

Sto tornando a casa

 

anche solo per pochi attimi.

 

Guarderai negli occhi quel bigliettaio

 

nella speranza che tra le sue dita

 

ci sia ancora la chiave per ritrovare me.

 

Sarò nel brivido della mattina ,

 

sarò nel respiro delle onde del mare.

 

Dalle montagne più alte

 

ai deserti

 

sto tornando a casa,

 

sto tornando da te.

 

Il veliero ormai è in cammino

 

sarà solo per pochi attimi,

 

ma sembrerà un'eternità.

 

Nel vento che ti porterà

 

a guardare il mare dalla scogliera

 

troverai il mio abbraccio.

 

Sarà tra le pareti di un sogno,

 

ma sembrerà eterno.

 

Dalle onde dell'Oceano

 

alle vie della città

 

sto tornando a casa,

 

sto tornando da te.

 

 

 

In questa poesia ho provato ad immaginare cosa direbbe una persona cara venuta a mancare ad un parente, ad un amica oppure alla propria amata/al proprio amato.











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