OGGI INTERVISTIAMO UN GRANDE FOTOGRAFO DI CASALE MONFERRATO, NON PERDETE QUESTA INTERVISTA SPECIALE.
GIANFRANCO FAVERO & PATRIZIA ALIS INTERVISTANO PER LT 4 BLOG
INTERVISTA AL FOTOGRAFO GIANPIERO NAPOLI (NdueC)
NOME: Gianpiero
COGNOME: Napoli
CITTA’ DI PROVENIENZA: Casale Monferrato
PROFESSIONE ATTUALE: Fotografo
DOMANDE
1)RACCO NTACI IN BREVE DELLA TUA VITA?
Cerco di affrontare ogni giorno
la vita con estrema solarità e ottimismo.
Cerco un sorriso in tutto quello
che faccio e punto a realizzare il mio sogno: quello di diventare un fotografo
affermato.
Mi sono avvicinato qualche anno
fa al mondo della fotografia, quasi per gioco, e ho trasformato il mio modo di
vedere le cose.
Nei vari corsi formativi che ho
fatto, ho iniziato a vedere ogni oggetto e ogni soggetto come se fossero
all’interno di una fotografia.
In tutti questi passaggi ho avuto
modo di confrontarmi con la mia morosa che fa la psicoterapeuta e mi diceva che
è normale associare ciò che ci piace a dei fotogrammi stampati nel cervello.
Molte volte per le mie foto cerco
di ispirarmi ai quadri, specie a quelli del 700, un po’ bui e carichi di luce
al centro.
Credo che dal passato si possano
imparare infinite cose. Basta pensare che le foto più famose del mondo, quelle
di svariati anni fa, sono state fatte con attrezzature semplicissime e senza
programmi di elaborazione, eppure erano vive, cariche di emozione e avevano
semplicemente tutto quello che serviva per oltrepassare i decenni!
2)RACCONTACI
IN BREVE DELLA TUA CITTA’ NATALE?
La mia città natale (anche un po’
la mia città ispiratrice) è Casale Monferrato, cittadina nella provincia di
Alessandria che ha conosciuto diverse dominazioni.
E’ facile perdersi tra le sue
bellezze: il castello finalmente restaurato, i suoi palazzi del 700, la cattedrale
di Sant’Evasio, la Sinagoga (una delle più belle d’Italia), il teatro che è di
una bellezza unica, il lungo Po e i suoi tramonti (si lo ammetto sono
innamorato della mia città, che presto tradirò per la mia seconda città del
cuore: Torino).
Il fascino di Casale Monferrato
non si ferma solo alla città, arriva anche dalle sue campagne, dalle sue
colline e dai suoi magici e profumati vigneti.
Le colline attorno Casale e i
suoi Infernot (cantine sotterranee scavate nel tufo giallo) sono diventate da
qualche anno patrimonio dell’ Unesco e, girandoci intorno, si capisce il
perché.
Altra città che mi sta adottando
e in cui ho avuto modo di fare dei corsi, conoscere amici con la stessa
passione e lavorarci per le foto, sono Treviso e Venezia. Devo dire che il
Veneto rapisce per le sue ville, per i suoi canali, i suoi tramonti e i suoi
vini….
Ho la fortuna di avere una moto e
per un fotografo si può immaginare quale fortuna sia poter vedere il mondo da dietro
un casco, fermarsi e scattare.
3)RACCONTACI
DELLA TUA PASSIONE DELLA FOTOGRAFIA COME E’ NATA E IN CHE MODO?
La mia passione fotografica è
nata a La Spezia, in un soggiorno lavorativo.
Ricordo che ero nella passeggiata
tra Lerici e San Terenzo e osservavo il mare, ero solo e pensieroso quel giorno,
sembrava girare tutto storto, faceva freddo e c’era vento ma il mare sembrava
consolarmi, sembrava togliere tutti i miei pensieri e li portava all’infinito e
non mi faceva più sentire solo in mezzo alle persone. In quel momento ho
iniziato a sentire la voglia di fermare il tempo, di bloccare le emozioni, di
rendere quell’istante immortale.
La fotografia per me è
immortalità.
Che cosa intendo con il concetto
di immortalità?
Molto semplice: provate a pensare
a un ritratto del 700 e pensate a quante generazioni vedono e vedranno quel
ritratto: nonni che penseranno ai loro nonni e così via, per generazioni. Quel
quadro esprimerà un’emozione, quel
ritratto viaggerà nei secoli e quell’immagine sarà immortale.
4)SAPPIAMO
CHE FOTOGRAFI DELLE MODELLE RACCONTACI UN PO’ DI LORO?
Diciamo che fotografo anche
modelle, ma nel mondo social (quello più appariscente) le foto dei matrimoni e
battesimi, in cui tra l’altro ci sono dei bimbi, per un discorso di privacy non
le pubblico mai.
Le modelle a cui io mi rivolgo
sono spesso non professioniste, ma semplicemente ragazze che hanno piacere a
farsi fare delle foto.
Ho lavorato anche con diverse
professioniste (ottenendo ottimi risultati), ma a volte trovo maggior
soddisfazione a fotografare una ragazza qualsiasi (che non crede neppure il più
delle volte di poter essere bella o fotogenica), che quando vede le foto quasi
non si riconosce e si sente “FIGA”. Ovviamente con la professionista la foto è
più facile e le pose vengono in automatico, insomma con la professionista è
tutto più facile ma, a volte, meno
appagante.
La parte più difficile del fotografare
una modella/o è quella di entrare in sintonia con i soggetti, di creare una
fiducia, una sorta di “rapporto” che si va ad instaurare, in cui entrambi si
capiscono al volo e si intendono come nessun altro in quel momento. Credo che
non esista tecnica o corso che possa insegnarti la psiche umana e come
adoperarla.
Non sempre è facile capire le
emozioni dei vari soggetti e entrare subito in sintonia ma, appena ci riesci,
le foto nascono da se, al di fuori di tutte le tecniche e di tutte le macchine
super tecnologiche. Il primo passo per fare delle foto a dei modelli è quello
di entrare nel loro mondo e fargli capire che possono e devono fidarsi della
tua professionalità.
Con la maggior parte dei modelli
che fotografo si instaura un così bel rapporto durante il lavoro, che poi si
crea una vera e propria amicizia.
A volte mi capita di dover fare
un po’ il pagliaccio per tentare di far ridere, inventandomi una cavolata o
altro ma, quando finalmente c’e’ il sorriso, il pagliaccio diventa un’artista.
5)RACCONTACI
UN PO’ DI ESPERIENZE NEL MONDO DELLA FOTOGRAFIA CHE HAI AVUTO?
Ne ho avute diverse.
Mi piace ricordare un evento simpatico successo qualche giorno fa
perché mi ha toccato particolarmente l’animo.
Mi trovavo a un battesimo di un bellissimo bimbo di 4 mesi ed erano
presenti 4 bambini di età tra i 3 e i 6 anni. Fin da subito quei cuccioli erano
affascinati dal mio mondo, da questo ragazzo simpatico con una macchina
fotografica e mi seguivano in ogni passo che facevo.
In chiesa ho dato ad ogni bambino un compito: chi doveva piantonarmi
l’attrezzatura, chi doveva passarmi le cose mentre scattavo, li avevo
responsabilizzati e... risultato: sono diventato il loro idolo (e forse anche
dei genitori perché ero riuscito a tenerli buoni!)!
Mi hanno colpito particolarmente due di loro, un maschietto e una
bimba, che al momento dei saluti mi hanno detto io voglio diventare bravo come
te.
E’ difficile spiegare, ma ho fatto tutto il viaggio del ritorno carico
di adrenalina e con un sorriso stampato sulle labbra.
Il giorno dopo tra le recensioni della mia pagina compariva un genitore
che mi diceva: “persona simpaticissima educata e professionale, eccezionale con
i bimbi”.
Invece per riprendere il discorso delle modelle, me ne ricordo una
particolarmente simpatica, questo inverno/inizio primavera. Eravamo nella
stupenda cornice del Borgo medioevale di Torino, la modella iniziava ad essere
stanca e nelle foto si vedeva, dovevo fare qualcosa e a quel punto le racconto
la classica “supercazzola”, lei sgrana gli occhi, mi fa un sorrisone giusto il
tempo di un click e poi mi dice: “ma che biiiiiiip stai dicendo…?”
Quello che non posso non citare è stata la mia prima modella, la
Energy, perché ha espresso fiducia in me fin da subito, forse in quel momento,
addirittura più di quanto ne avessi io in quell’istante.
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