UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "MARIANGELA BARALDI ART" DELLA NOSTRA PITTRICE MARIANGELA BARALDI, DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
26/01/22
Il vero potere dell’arte è la comunicazione. È bello guardare un quadro e potersi immedesimare con i personaggi raffigurati o sentirsi parte di un paesaggio. Di certo, nel confrontarsi con un’opera, ogni persona ha sensazioni diverse e, come è giusto che sia, i giudizi finali sono sempre molteplici. A questo proposito sostengo che più sono contrastanti le opinioni più la tua opera ha avuto successo, perché così, è riuscita a coinvolgere e ad interessare persone che non sempre sono in linea con il tuo pensiero. Per questo credo che non si debba “spiegare troppo” un quadro bisogna che quest’ultimo parli anche da solo. Come diceva Oscar Wilde, infatti, l’artista deve fare un passo indietro rispetto alla propria opera che è la vera protagonista. Un artista essenzialmente comunica ed esprime poi ciò che è importante è quello che arriva in profondità allo spettatore.
Vi racconto a questo proposito un episodio che mi successe a Portogruaro durante la mostra organizzata con Arte Mista 360°. Verso sera entrarono due ragazzine di circa 11 anni erano molto incuriosite ma anche intimidite. Io volutamente non gli andai incontro proprio per osservare che cosa avrebbero fatto. È stato bellissimo che due adolescenti, di solito sempre con i cellulari in mano, si fossero interessate all’arte…questo poteva già essere una vittoria. Quello che mi stupii, poi, fu l’attenzione che ci misero nel guardare e osservare i vari quadri esposti. Ad ogni opera si fermavano e poi commentavano a bassa voce dando i loro pareri.
Dopo un po’, una di loro, prendendo coraggio, mi chiese: “E’ in vendita questo quadro?” mi avvicinai e spiegai che il quadro era di una mia collega che era già andata via e diedi a loro un bigliettino per poterla contattare. Nonostante le mie spiegazioni vidi che non se ne volevano andare…così chiesi: “Cosa vi ha colpito di più di quello che avete visto in questa mostra?”, mi risposero: “I colori”. Utilizzai questa risposta per approfondire, mi interessava molto capire cosa gli occhi di due adolescenti potessero aver colto. Così continuai la piacevole conversazione e feci spiegare a loro cosa poteva significare l’uso o meno di alcuni colori rispetto ad altri. Fu bello perché emerse, nelle ragazze, una grande esigenza di esprimere e di raccontare ciò che avevano visto: sembrava che alla fine le artiste fossero loro! Dimostrarono, dunque, una grande capacità di immedesimazione e così capii che le opere presenti, pur così diverse, questo avevano comunicato…una grande capacità di far entrare lo spettatore nella loro dimensione.
Sicuramente l’uso dei colori è uno strumento importante di comunicazione. Esistono, infatti, delle tonalità che suscitano più coinvolgimento di altre, come le gamme dei rossi e gialli che danno, a prescindere dal soggetto rappresentato, delle sensazioni di più forte impatto emotivo coinvolgendo lo spettatore quasi istantaneamente. Troviamo questo riscontro nel famosissimo quadro del 1872 “Impression au Soleil Levant”. In quest’ opera, manifesto del movimento impressionista, Monet usò i colori in modo veramente rivoluzionario sfruttando proprio le gamme dei rossi. Il sole, infatti, di una decisa tonalità riflette sul mare delle pennellate calde in netto contrasto con gli azzurri dell’acqua. Il titolo stesso dell’opera” Impressione del levar del sole” dimostra la volontà del pittore di coinvolgere lo spettatore come se fosse presente alla scena. Nei “Salici al tramonto”, come in molte altre sue opere, Van Gogh usò anch’egli le tonalità di forti aranci -rossi e gialli che volutamente invadono tutto lo spazio del quadro posandosi su ogni elemento presente. Nel “Paesaggio al tramonto” Van Gogh usò il forte contrasto del controluce: le sagome scure si intagliano sullo sfondo caldo del cielo… sembra proprio guardandolo di star camminando su quella strada costeggiata da un fiume alle ultime ore del giorno.
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