SECONDA PARTE
UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "A BRIGLIE SCIOLTE" DEL NOSTRO CO FONDATORE ANDREA ZILLI CON TRE SUE OPERE DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
SEGNI
Si accendono fiaccole,
piccole speranze.
Era un giorno come tanti altri
ma il tempo è stato strappato.
L'età innocente aveva lasciato il posto al tempo maturo,
tutto è finito sull'asfalto.
La violenza ha colpito
fino a non sentire più la forza.
Un corpo esanime
sull'asfalto.
L'età dell'amore svanita,
resta la ferita aperta di una famiglia.
La violenza ha colpito,
ma non vincerà la guerra.
Lì nell'immenso blu
due occhi non perdono di vista la via di casa.
Lì dove c'è la luce
la quiete avvolge un semplice sorriso.
Restano i ricordi
indelebili segni nella mente.
Restano immagini
posate tra le dita come coriandoli.
Questa poesia è contenuta nella nuova raccolta "Samurai" ed è dedicata a Federico Aldrovandi.
Federico era un ragazzo come tanti altri ed è deceduto il 25 settembre 2005 all'età di 18 anni. Dopo un lungo processo, quattro agenti sono stati definitivamente condannati a 3 anni e mezzo di carcere per omicidio colposo. I giudici hanno attribuito la sua morte ad un "eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi". Ma, tra le polemiche, grazie all'indulto hanno scontato 6 mesi e sono tornati in servizio.
Poco dopo la stesura della poesia ho avuto modo di scambiare più volte attraverso i social qualche messaggio con il padre del ragazzo.
PENSIERI AL BUIO
Luce si è posata sulla strada,
riportando anche solo per un attimo i colori.
Il nero porta il suo bagagli di ombre
e di timori.
Sorgono i silenzi
e le parole perse tra le linee del vuoto.
Un momento per noi
dove ci ritroviamo faccia a faccia con il pensiero
e si rivede ciò che è stato
e potrà diventare.
Ancora un pensiero
e poi un abbraccio al cuscino.
Libera si posa la mia anima,
libera sempre dalla testa al cuore.
Ciò che conta
è non perdere il proprio essere umano.
THE DOGS OF WAR (MERCENARI)
Distese di corpi
fermi al suolo.
Il silenzio un lontano amico
attende il pianto di chi è rimasto vivo.
Il silenzio un lontano amico
veglia sul sangue in attesa dell'avvoltoio.
E' un requiem
senza sosta.
Un flusso
d'inaccettabile violenza.
Un fiume di sangue che sgorga
dal costato di Dio morto in croce,
ogni qualvolta viene martoriato uno dei suoi figli.
Bombe,
ancora bombe.
Si disegnano curve al suolo
mentre dei sogni resta poco tra le fiamme.
Non c'è fotomontaggio,
non c'è strategia.
Un vortice di violenza
strappa le anime alla vita quotidiana.
L'uomo già di per se penitente,
catapultato in questo scenario infernale
si trasforma in un mostro senza cuore,
senza testa.
Incapace di amare gli altri
se non se stesso.
Non c'è freno,
la bestia che arma la guerra non conosce tregua,
non conosce pietà.
Una catena stretta al cuore,
gli occhi versano lacrime.
Questo mostrano le immagini strazianti
di corpi inanimati
che giacciono sulla strada.
Distese di corpi
a riempirne ogni angolo.
Sorrisi rastrellati
senza pietà.
Poesia inedita.
Questa poesia è stata scritta a quattro mani con Fabrizio Zottola (cantante della band "LE URLA SUI TETTI" band di Roma).
Fabrizio già è stato ospite nelle mie raccolte " Differenti Realtà " e " Stesso Binario ".
La poesia parla del massacro di Bucha in Ucraina da parte dell' esercito russo.
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