UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "A BRIGLIE SCIOLTE" DEL NOSTRO CO FONDATORE ANDREA ZILLI CON TRE SUE OPERE DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
PILOTA
Hai scavato nei ricordi
sfogliando ogni pagina.
Quando gli occhi si chiudono
vedi ali libere di volare.
Per troppo tempo hai pensato fosse solo follia
per troppo tempo sei stato lontano dalla realtà.
La malattia ha divorato la tua mente
oscurando tutte quelle cose che un tempo sentivi vitali.
Scorrono immagini davanti agli occhi,
vecchie fotografie.
La tua natura di pilota
non ha abbandonato totalmente il corpo.
Nonostante la malattia
nel profondo del cuore arde ancora quella fiamma.
Quando gli occhi si chiudono
vedi flash di un passato che ti appartiene
e che alla mente è stato cancellato.
La tua natura di pilota
scorre nelle vene.
La malattia sembrava un muro insormontabile,
ma la libertà del volo ha una fiamma che ha continuato a bruciare.
Chi segue i tuoi passi
ricorda ciò che eri.
Le ali per volare
erano il tuo motore.
La malattia ha provato ad eliminare ogni dettaglio,
ma nelle profondità dell'anima arde ancora la fiamma.
In questa poesia ho immaginato la figura di un signore anziano con una malattia che lo porta a dimenticare le cose.
Questa malattia sembra cancellarne il passato, mentre invece in qualche angolo di cuore rimane viva la fiamma della passione.
RISVEGLIO
Ad attendermi nella tenda
c'è il sorriso di un bambino.
Un sole arde nello sguardo
dell'anziana che mi rivolge il saluto.
Antico rituale della sciamana
accompagna il mio respiro.
Rivedo ciò che è stato il cammino,
un viaggio di fuoco
e di conquiste.
Ad attendermi al risveglio
una quiete interiore.
Il sorriso del bambino
è sempre lì due passi più avanti di me.
Nei suoi occhi
vedo bruciare la curiosità di sapere
dove la mia mente aveva viaggiato.
Vedo i condottieri di un tempo,
sento la terra tremare al loro passaggio.
Al mio risveglio
sento il peso del sudore sul corpo,
sento il sole seccare le mie labbra.
Vedo lo sguardo dell'anziana signora,
il suo ennesimo inchino.
CONQUISTADORES
Un vento di conquista
che accompagna il cuore di ogni condottiero.
Dalla Mongolia all'America
ha segnato il destino di ogni guerriero.
Al loro passaggio
non resta che il ricordo avvolto tra le fiamme.
Guardo i loro occhi
e vedo solo il sangue.
Cadono i guerrieri,
lasciano una scia di dolore.
Il giorno ormai alle spalle
aveva le mani immerse nel dolore
mentre del domani non c'è certezza.
Non c'è spazio per le lacrime,
questo attimo è quello che accompagna la fine.
Ai piedi della piramide
guardo l'altare spoglio.
Il cuore strappato dal petto
era stato alzato verso il sole
mentre gli occhi del condannato
si svuotavano della speranza.
Come una tempesta
porta via la quiete.
Vorresti un attimo,
solo un altro attimo.
Il tempo della parola
è terminato.
Il silenzio
ha trovato spazio tra tutta quella paura.
Il giorno alle spalle
ha lasciato solchi di sangue
e di dolore.
La sete di potere non conosce tregua,
vuole sempre di più.
E' come una seconda pelle
succube del peggio dell'umano.
Un'allucinazione che non si ferma davanti a niente
un orizzonte ingordo senza vergogna
e senza freno.
Il volere di potere,
il potere di volere
fino a perdere il controllo di ciò che si deve essere.
Scompare anche la coscienza di specchiarsi in quelle sere
dove un gemito di dignità dovrebbe emergere
per scrivere una capovolta direzione dell'uomo interiore.
Ha succhiato via tutta la linfa vitale
da ogni civiltà.
Il destino è scritto nelle stelle,
il destino è illustrato sulla parete.
Giorno e notte
ho raccolto le lacrime delle donne.
Ritrovandoti con lo sguardo
ad attendere la preda.
I sogni di una vita
sono prigionieri nella rete delle bugie.
Il tempo scriverà il cammino
tra guerre
e dolore.
Non c'è tempo per le lacrime,
questo attimo è quello che accompagna
il prossimo passo verso la fine.
Vorresti un attimo,
solo un attimo per ritrovarti con lo sguardo
ad attendere l'arrivo della guerra.
Vedo catene ai polsi
di uomini un tempo liberi.
Il mondo è in cambiamento
ma quello che porta nelle vene resterà.
Germoglia nel suo ventre
l'ossessione per il potere
a costo di giocarsi la propria casa.
Il sole è stato oscurato
dalle vostre vele
impregnate di morte.
Marceranno sulla terra
conquistando ogni angolo.
Immergeranno le mani nel sangue
per sentirsi invincibili.
L'infezione insana si è già impiantata
e martella le radici
di quella che una volta era dimora d'amore.
La maledizione voluta e cercata
che devasta gli scampoli autentici di commossa profondità.
Sibila nell'aria ancora un ruvido grido
di chi crede ancora nel fragore di un timido brivido indifeso
ma basterà?
L'abisso dell'avidità logora
e non si arresta.
Non risparmia,
non si placa
anche chi gli si è affidato divorerà insaziabile
Leviatano che trionfa anche sulla libertà.
Terra rossa,
terra di conquista.
Quel rosso sangue
racconta della gloria
e di battaglie.
Il potere coprirà i loro occhi
portandoli alla pazzia.
Ogni leggenda è come una fiamma
che prima arde
e poi muore.
In questa poesia tratto il tema dei grandi conquistatori e della loro ossessione per il potere.
La poesia è stata scritta assieme a Gianluca Clemente, amico fraterno, poeta del Sud e ospite fisso nelle mie raccolte di poesie.
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