UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "A BRIGLIE SCIOLTE" DEL NOSTRO CO FONDATORE ANDREA ZILLI CON TRE SUE OPERE DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
IL MIO SILENZIO
La strada accoglie il mio respiro,
il freddo mi accarezza,
mi lascia contorcere.
Poche luci
ad accompagnare il cammino.
Lunga era la strada,
non ho un motore,
solo una semplice bicicletta.
Abbraccio le prime luci del giorno
che lentamente fanno capolino all'orizzonte.
Nebbia,
la nebbia rallenta il viaggio.
Mi sento fragile,
un punto che si confonde con l'oscurità.
La strada raccoglie il mio silenzio
e senza esitare troverò la direzione.
Poesia inedita.
Parla di tutte quelle persone che incontro al mattino andando al lavoro.
Li vedo pedalare e tante volte non hanno nemmeno una luce nella bicicletta.
RISPONDI
Rispondi
non restare in silenzio.
Dove sei?
ti nascondi dietro un' iconografia.
Rispondimi
cosa c'è oltre questo oceano di male.
Davanti alla violenza
non ci metti mai la faccia.
Siamo in balia
della violenza
e delle parole.
Hai mai un momento
per fermare il tempo
e provare ad ascoltare il pianto.
C'è bisogno di soluzioni,
non è solo nella morte la soluzione
per raggiungere la pace.
Siamo vittima degli errori,
siamo pieni di contraddizioni.
La preghiera non basta mai,
ma forse non sappiamo raccogliere il meglio dal silenzio.
Rispondi alle domande,
fai capire che ci sei.
Poesia inedita.
Ho immaginato il possibile dialogo tra una persona in difficoltà e Dio o comunque tra una persona e quel qualcosa di soprannaturale che ci sovrasta.
UN PASSO INDIETRO
L'orizzonte davanti agli occhi
rappresenta la speranza,
il sogno di una vita.
Ho rinunciato al calore,
ho rinunciato a tutto.
Loro erano il cuore pulsante
con il sorriso ho fatto un passo indietro
cedendo a loro la speranza.
Ho accompagnato il loro cammino
finché il freddo ha fermato il mio passo.
Ho rinunciato a tutto,
ho rinunciato per amore.
Loro erano la forza,
loro erano la vita.
In qualche modo continuerò a camminare
nelle curve della loro mente.
Il corpo abbracciato dal gelo
che ne custodisce la fragilità.
Ho perso la vita,
ho perso la parola.
Il ricordo rimane pulsante di vita
nei ricordi di chi ha accompagnato il cammino.
Poesia inedita.
L'ispirazione è arrivata dopo aver letto su Repubblica un articolo che raccontava di una madre in Afghanista che voleva proteggere i suoi bambini, farli arrivare alla fine del lungo viaggio verso una vita migliore, ma non ce l'ha fatta. ... La donna era in viaggio con i due figli ed è morta assiderata, con i piedi avvolti in sacchetti di plastica: aveva dato i suoi calzini ai bambini perché si proteggessero le mani.
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