UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "MARIANGELA BARALDI ART" DELLA NOSTRA PITTRICE MARIANGELA BARALDI, DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
Intervista 11-01 2022
Oggi mi piacerebbe parlare di Venezia del suo aspetto più intimo e particolare molto diverso dall’immagine turistica da cartolina. Chi vive in questa splendida città è, secondo me, fortunatissimo perché, nonostante le innumerevoli difficoltà quotidiane, vive trasportato in un'altra epoca lontano dal frastuono delle macchine e dalla frenesia cittadina dove tutti corrono sempre!
Alla mattina presto tutto è trasportato sull’acqua dai barconi: le cassette di pesce fresco, la frutta e la verdura, il pane e non è raro che alcuni comperino direttamente la spesa dal barcone che accosta le calli. Camminando si sentono i profumi che escono dalle piccole trattorie specialmente quelli delle sarde in saor, il piatto tipico veneziano, o delle frittelle e crostoli (soprattutto nel periodo di carnevale). Nei campielli gli innumerevoli gatti passeggiano e si sdraiano al sole.
Le mie camminate mattutine per raggiungere l’università le ricordo con nostalgia. Dalla calle di San. Simeon Grande dove, ogni mattina i fili di bucato tirati da un balcone ad un altro
sembravano formare una galleria di colori per chi ci passava sotto, alla Scuola Grande di San Rocco una meraviglia! dove i marmi si illuminavano alle luci del mattino e ogni volta si potevano scoprire nuove decorazioni sulle facciate. Proprio dietro alla Scuola Grande c’era un palazzo famoso, per noi studenti, chiamato “delle girandole” poiché in ogni suo terrazzo vi era una girandola di legno diversa. Ce ne erano di grandi di piccole di tutte le forme e colori. Si diceva, nell’ambiente studentesco, che bisognava sostare di fronte alle girandole…se il vento le avesse mosse tutte gli esami ti sarebbero andati sicuramente bene!
Uno dei campi più belli era poi campo S. Margherita con le sue bancarelle e le panchine sotto gli alberi, dove spesso ci si sedeva nelle belle giornate per incontrarsi. Di inverno invece, soprattutto in novembre, purtroppo capitavano le giornate con l’acqua alta e, come sanno tutti i veneziani, le passerelle non vi erano ovunque. In alcuni punti più bassi la marea arrivava prima che in altri…tu camminavi ed era una corsa con il tempo poiché l’acqua, onda dopo onda, si avvicinava al bordo della calle fino a superarlo. In questi casi ci si doveva ingegnare per non bagnarsi. Mi ricordo che a Campo dei Frari, dove c’era la sede di Badoer, dopo il ponte a richiesta potevi salire su un carrello trainato (come quelli di trasporto merci) da un veneziano con i lunghi stivaloni che ti faceva attraversare la piazzetta senza bagnarti!!!
Non tutti sanno che a Venezia c’erano i vigneti e uno dei luoghi storici più importanti di questa città era proprio un vigneto nel sestiere di Castello. Questo luogo, poco conosciuto, è invece uno dei più significativi poiché la tradizione vuole che San Marco sia approdato qui durante una tempesta e abbia avuto la visita di un angelo che gli profetizzò la fondazione di Venezia. Proprio per questo sorse qui una prima chiesa dedicata a San Marco. Il vigneto fu lasciato, in seguito, ai frati che costruirono un convento e la chiesa chiamata per questi motivi S. Francesco della vigna. Un complesso architettonico davvero notevole, lontano dalle mete turistiche principali, ma ricco di storia e d’arte. Vi lavorarono, infatti, sia Jacopo Sansovino che il Palladio che realizzò la facciata della chiesa nel 1554. Consiglio a tutti di andare a visitare questi luoghi d’arte storia e natura (ancora oggi nei pressi del convento si coltivano i vitigni in onore della famiglia nobile Zorzi che donò ai francescani queste proprietà). Mi sono recata moltissime volte a Campo S. Francesco sia per studiare la chiesa che per andare nella bellissima biblioteca, che ho avuto il piacere di visitare in sede nel convento, e ritengo che sia uno dei luoghi più magici di Venezia.
Schizzo a sanguigna della facciata di S. Francesco della Vigna
Disegno architettonico della facciata con elementi compositivi.
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