PRIMA PUNTATA DELLA RUBRICA "MARIANGELA BARALDI ART" DELLA NOSTRA PITTRICE MARIANGELA BARALDI, DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
Mariangela Baraldi
In molti mi hanno chiesto se non avessi realizzato più nulla dopo aver avuto i bambini.
Rispondo con piacere a questa domanda. Certo l’arrivo di due gemelli è stata una grande sorpresa per me…tutto doppio! Pianti notturni, biberon e pannolini… un bellissimo stravolgimento della vita. Per non parlare dell’arrivo della piccolina dopo! In quel periodo ricordo, all’età dei loro primi scarabocchi, mettevo dei fogli giganti sul tappeto e tutti insieme disegnavamo con pennarelli e pastelli a cera. Questo è stato il mio piccolo segreto… fare tutte le cose insieme a loro. Certo a volte è stato un po’ complicato e non sempre ci sono riuscita, ma non mi sono scoraggiata ho sempre continuato le mie attività come fanno, del resto, molte mamme!!!
Ci sarebbero moltissime cose da raccontare, fatte in quel periodo, ma ora mi piacerebbe parlare di un progetto al quale tengo molto. Ebbi la fortuna di occuparmi di un ciclo di disegni ispirati al libro bellissimo di M. Lodi “La storia di Cipì”. Un testo per l’infanzia che raccontava la storia di un uccellino diverso già dal primo giorno. Un insegnante mi spiegò il suo progetto di laboratorio creativo per bambini e ne fui entusiasta. Si trattava di svolgere delle illustrazioni che facessero “emozionare” cioè che suscitassero e stimolassero l’aspetto emozionale. Non era cosa facile catturare l’attenzione e la curiosità dei più piccoli. Provai a fare degli schizzi e poi a mostrarli ai miei di bambini, questo mi fu molto utile perché riuscì a capire cosa a loro piacesse o no. Alcune volte loro stessi mi suggerivano dei particolari da aggiungere o dei colori da mettere. Ogni disegno rappresentava uno stato d’animo come: paura, felicità, solitudine, oppure delle percezioni: freddo, brividi…
Per riuscire a comunicare tutto ciò mi concentrai sull’uso dei colori forti e contrastanti, le tonalità fredde e scure prevalenti per alcuni messaggi e quelle calde e solari per altri. Poi pensai al senso del movimento cercando di concepire i personaggi non come statici ma in evoluzione. Quindi la colorazione che seguiva il movimento e dei segni visibili per rappresentare gli spostamenti (come ad esempio le folate di vento o il volo). Infine, il realismo. Presi la scelta di concepire il disegno non astratto ed essenziale ma ricco di particolari facilmente riconoscibili e identificabili. L’attenzione del dettaglio dei personaggi, infatti, è una precisa scelta del disegnatore poiché indirizza volutamente lo sguardo dove vuole lui e dove gli sembra più importante. Per esempio, gli occhi del gufo e le sue piume volanti di certo ne erano una caratteristica predominante. Le ambientazioni e gli sfondi furono volutamente semplificati proprio per non prevaricare e distogliere l’attenzione sui personaggi.
Il risultato finale fu di 20 tavole illustrate formato cartellone che vennero presentate ai bambini in più “puntate” (cioè 3 o 4 ogni incontro). Ciò fece aumentare la curiosità nei bimbi di come potesse continuare la storia e, soprattutto, di come sarebbe finita! Molti di loro disegnarono la loro versione dando delle originalissime idee di finale… e quando fu il momento le confrontarono con i compagni e con l’insegnante. Qualcuno ci azzeccò! Indovinando la conclusione della storia.
Di seguito due estratti “Il freddo di Cipì” e “La paura”.
Mariangela Baraldi
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