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domenica 10 ottobre 2021

UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "A BRIGLIE SCIOLTE" DEL NOSTRO DIRETTORE GENERALE ANDREA ZILLI CON DUE SUE OPERE DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.

 


UN'ALTRA PUNTATA DELLA RUBRICA "A BRIGLIE SCIOLTE" DEL  NOSTRO DIRETTORE  GENERALE  ANDREA ZILLI CON  DUE SUE OPERE DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.







KEBRAT



Mentre voi mangiate
attraverso il deserto.
Ogni contorno svanisce
alla fine resta solo il destino.
Davanti alle coste
qualsiasi direzione può andare bene.
La notte inghiotte la barca,
la fame repressa lascia spazio alla preghiera.
Ho visto gente come gabbiani intrappolati
scivolare giù.
Un miracolo mi tiene ancora qui,
ma per voi resterò clandestina.


Questa poesia è contenuta nella prima raccolta SOGGETTI LIBERI (2014). Kebrat è una ragazza migrante  arrivata sul molo di Lampedusa senza polso, senza battito, durante il naufragio del 3 ottobre 2013. Sembrava morta, era già in un sacco, con la cerniera chiusa. Dopo maggiori accertamenti è stato possibile sentire un leggero battito e così è stata portata al primo reparto di rianimazione.




YOROI



Alto il sole

ad accarezzare i tetti del villaggio.

Il tempo che sembrava infinito

ora sembra scivolare veloce tra le dita.

Lame affilate sono sempre pronte a colpire,

ma senza perdere di vista la propria natura.

Lontano da casa

in una guerra che s'intreccia con altri ricordi.

Ogni uomo

pronto alla guerra.

Ogni uomo

pronto alla morte.

Affilata la lama

custodita con cura in attesa dell'attimo.

Cadono i fratelli

come foglie al suolo.

Il terreno abbraccia le armature

onorandone il cammino.

Alto il sole

ad accarezzare i raccolti di una vita.

Alto il sole

quando faremo ritorno alle case.

La guerra ha concluso la sua corsa

è ora di tornare alla quiete.


Questa poesia è inedita e si ispira al tema dei Samurai.

Yoroi è l’armatura giapponese per antonomasia, comunemente associata ai suoi più noti utilizzatori, i samurai, dei quali era ad un tempo strumento e simbolo. Veniva infatti personalizzata con gli stemmi di appartenenza ai clan, o con quelli di identificazione personale, ed impreziosita con un numero di allacciature proporzionale al grado di nobiltà del proprietario. In realtà, la yoroi era precipua dei guerrieri di casta più elevata.

In questa poesia può essere custodito un indizio per il futuro, ma non dirò altro.






ULTIMO TANGO



Mani sui fianchi,
dolci carezze.
Stretti,
vicini ancora un po'.
Dove sei?
manchi al cuore mio.
Metà del cielo,
il mio mondo ha perso colore.
Chiamami,
sogno un ultimo tango con te.
Le finestre ora sono chiuse
di quella nostra miscela restano i ricordi
e gli occhi di un figlio.
Gli occhi si fanno stanchi
è finito il giorno.
Si avvicina un nuovo sogno,
spero di trovarti lì dentro me.


Questa poesia è dedicata a Nora Rodriguez e Gugliemo Verneau ed è contenuta in DIFFERENTI REALTA’. Due persone importanti durante il mio periodo di Servizio Civile, specialmente Nora che mi ha seguito proprio durante il percorso. Ho avuto l’idea per la poesia dopo aver visto il videoclip del gruppo vicentino Osteria Popolare Berica per la canzone Franca. Nel video ad un certo punto si vedono due signori che ballano il tango in un locale deserto, quelle due persone erano proprio Nora e Guglielmo.














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